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Si è spento qualche giorno fa all’età di cinquant’anni, tra le mura domestiche di Bologna, Paolo Fantazzini, affetto da sclerosi laterale amiotrofica. I primi sintomi risalgono al 2004. ‘Taz’, come lo chiamavano tutti, ha segnato un’epoca nel football americano a Bologna e in Italia, in una carriera costellata di successi col 30 sulla schiena. I Warriors hanno ritirato tre anni fa il suo numero, un privilegio che in passato era spettato solo a Joseph Inzinna col 48, nel 1986, l’anno in cui i Guerrieri felsinei hanno vinto il loro primo Superbowl a Bologna, allo stadio Dall’Ara. E a guidare quella squadra di campioni, che aveva nel grande mediano Williams il punto di forza, era proprio Fantazzini, il quarterback titolare del primo storico titolo tricolore.

Altri tempi, altro football, eppure ‘Taz’ è arrivato a giocare con i Warriors il suo ottavo Superbowl nel 2005, perso contro gli elmetti d’oro di Bergamo. Venticinque anni di carriera, con tre titoli in bacheca: con i Guerrieri, all’apice del football italiano, e poi la doppietta nel 1996 e 1997 con i Phoenix di San Lazzaro. Ha giocato anche a Ferrara nelle Aquile e ad Ancona nei Dolphins, disputando otto Superbowl. Appesi caschi e spalliera al chiodo, da allenatore ha subito condotto allo Youngbowl la formazione Under 21 dei Guerrieri nel 2006.

L’incedere della Sla – malattia degenerativa e progressiva che colpisce i neuroni di moto, che ha affetto anche l’ex calciatore Borgonovo – l’ha allontanato dai campi da gioco, non dai Warriors: dirigenti e giocatori gli sono sempre stati vicini. Le cause di questa malattia – nota anche come morbo di Lou Gehrig, dal nome della prima vittima accertata, ex giocatore di baseball – sono ancora ignote. In Italia la Sla ebbe eco quando il procuratore torinese Guariniello, su oltre trentamila calciatori presi in esame, accertò un’incidenza di sei volte superiore alla media nazionale della popolazione. Una delle possibili cause prese in considerazione riguarda l’uso di sostanze tossiche per il mantenimento dei campi da gioco.

“Il football e i Warriors erano la sua vita”, sono le parole del fratello minore Giovanni, che allena le giovanili dei Guerrieri e papà di Andrea, che gioca nell’Under 18. Pietro, fratello maggiore, lavorava con ‘Taz’ nella gioielleria di famiglia. I funerali si terranno domani alle 10 in Certosa. “Once a Warrior, always a Warrior”.

[Il Resto del Carlino (Cronaca) – Giovedì 3 giugno 2010]

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