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I processi tossici che danneggiano i motoneuroni e causano la degenerazione dei muscoli si scatenano nel mitocondrio. La scoperta è il risultato di un progetto di ricerca Telethon adottato da Sisal s.p.a.

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose del midollo spinale che comandano il movimento dei muscoli. La morte dei motoneuroni altera la funzionalità del muscolo scheletrico causando paralisi e atrofia muscolare.

Il declino muscolare che si verifica nelle persone colpite da sclerosi laterale amiotrofica potrebbe essere causato da fattori tossici che si accumulano nei mitocondri, le centrali energetiche della cellula, avvelenando i motoneuroni. È questa l’ultima scoperta di un gruppo di ricercatori Telethon della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidati da Maria Teresa Carrì, professoressa di biochimica all’Università di Roma Tor Vergata, pubblicata di recente sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PNAS. Il gruppo, grazie al sostegno di Telethon, sta portando avanti da diversi anni un progetto di ricerca sulla forma familiare della malattia.

Nella maggioranza dei casi la malattia è sporadica (cioè si verifica senza che ci siano stati casi precedenti in famiglia). Circa il 10% dei casi è di origine familiare ed è dovuto a cause genetiche.
La maggior parte dei casi familiari sono causati da difetti nel gene chiamato superossido dismutasi 1 (SOD1). Le mutazioni del gene SOD1 determinano la formazione di una proteina tossica per i motoneuroni. A questo riguardo lo studio della professoressa Carrì ha finalmente svelato il motivo dell’effetto tossico: la proteina SOD1 alterata forma aggregati che si accumulano nel mitocondrio, il luogo dove viene prodotta l’energia necessaria a tutte le funzioni della cellula, e lo avvelenano; se viene compromesso il funzionamento del mitocondrio, la cellula va in deficit energetico e degenera.

“In questo lavoro, svolto in collaborazione con un gruppo della prof.ssa Joan Valentine della UCLA (Los Angeles, California), – chiarisce la Carrì – abbiamo dimostrato per la prima volta che la proprietà tossica della SOD1 mutante deriva dal fatto che essa si localizza nei mitocondri dei motoneuroni. Questi risultati, pur non avendo ricadute immediate sui pazienti, aggiungono un tassello importante alla comprensione della forma genetica della malattia, passaggio indispensabile affinché in futuro possano essere messe a punto terapie efficaci e mirate per le diverse varianti di SLA.”

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