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Piemonte/Regione: pronti a istituire assegni di cura malati Sla

Dopo caso del 20enne che vuole vendere rene per aiutare il padre

La regione Piemonte annuncia di essere già pronta a istituire gli assegni di cura anche per i malati di sla, lo rende noto l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio, intervenendo sulla vicenda di Andrea Pancallo, il 20enne di Vercelli che vuole mettere in vendita un rene per aiutare il padre malato di sla e potere assumere una badante che allevi le sue sofferenze. “La Regione Piemonte, più di altre realtà, ha ben presente il dramma della non autosufficienza, sia degli anziani sia dei malati cronici e in particolare dei pazienti affetti da Sla”, dichiara in una nota l’assessore, sottolineando: “Per questo, fin dallo scorso anno, ha istituito l’assegno di cura per l’assistenza a domicilio degli anziani non autosufficienti, provvedimento che verrà rifinanziato lunedì con una delibera di Giunta, che prevede che il contributo economico possa essere erogato anche a coloro che, pur di età inferiore ai 65 anni, siano portatori di gravi disabilità“. Il contributo, sulla base della valutazione e del piano di assistenza predisposto dall’Unità di valutazione handicap, verrà erogato fino a un massimo di 800 euro mensili nei casi di bassa intensità assistenziale, i 1.100 euro nei casi di media intensità e i 1350 euro in quelli di medio-alta intensità (elevabili a 1.640 per i soggetti senza rete familiare). La spesa prevista, per il 2010, sarà di 6 milioni di euro. “Qualche settimana fa – prosegue Artesio – abbiamo inoltre approvato una delibera in cui per la prima è stato definito un modello di presa in carico completa e continua delle persone affette da Sla. Provvedimento, che, insieme all’assegno di cura, ci auguriamo contribuisca ad alleviare il percorso dei malati e dei loro familiari”. “Certo – aggiunge – il bisogno legato alle non autosufficienze è molto esteso e in Piemonte si impegnano annualmente 500 milioni di euro, quando lo Stato, per tutto il territorio nazionale, ne riserva 400”. “A questo – conclude l’assessore piemontese – occorrerebbe pensare quando si commentano negativamente i costi dei servizi sanitari, ritenendoli eccessivi, o quando si utilizzano criteri meramente matematici per assegnare le risorse alle Regioni, senza tenere conto dell’invecchiamento e del disagio”.

fonte: APCOM

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