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Ebbene si, sono trascorsi ormai 11 anni, sembra impensabile: impensabile pensare che Raffaella Alberici si liberava della sua SLA, dopo poco più di due anni di tormenti; impensabile pensare come la sua triste storia, fatta di interrogativi, incomprensioni, ricerca disperata di una soluzione al ‘problema’ si chiudesse così. In tempi non sospetti, quando della SLA si sapeva poco, quando si cominciava a parlarne come della ‘malattia dei calciatori‘, Raffaella se ne andava in silenzio, nonostante l’amorevole cura, fino all’ultimo alito di vita, dei suoi affetti più cari.
Senza di lei, senza il suo sacrificio, nulla sarebbe oggi di AssiSLA. Senza l’esperienza di chi ha provato lo strazio di questa malattia, oggi gli altri malati di SLA non conoscerebbero il sostegno dell’associazione che in Emilia Romagna (e non solo) ha cambiato le cose in modo radicale. Sono passati 11 anni da quell’inizio, le battaglie sono state davvero dure e non smettono di esserlo. Uniti contro le istituzioni sorde e cieche, uniti per supportare la ricerca, uniti per migliorare l’assistenza. Eccoci qui con AssiSLA! E qui resteremo finché le cose non cambieranno ulteriormente, finché non ci sarà una cura, senza tregua, anche quando le forze sembreranno venir meno. AssiSLA c’è! Ma senza ognuno dei suoi volontari, ognuno dei suoi sostenitori, ognuno dei suoi amici più cari, nulla si potrebbe fare. Perciò il nostro GRAZIE è a chiunque ci ha sostenuto fin qui e a chi continuerà a farlo per aiutare chi è meno fortunato.

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