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Per i pochi che l’hanno sentita nominare è “la malattia dei calciatori”: la SLA, la sclerosi amiotrofica laterale è una malattia che non lascia speranze, di cui si muore dopo pochi anni (in media da tre a cinque) senza che la medicina possa fare nulla. Finora non è stato trovato niente che possa far sperare in una guarigione, l’unica speranza è che il malato possa trovare persone care che condividano la sua vita sempre più difficile, che non lo lascino solo. Ludovico Perricone, giornalista torinese morto in un incidente stradale nel 2004, ha accompagnato la moglie Regina dalla scoperta della malattia fino alla morte e da giornalista attento e sensibile ha voluto capire la SLA, la storia di persone ammalate e scoprire le cause di tanto silenzio. Perché di SLA si parla pochissimo per diversi motivi: finora la ricerca non ha fatto progressi e delle malattie si parla soltanto quando ci sono novità positive nella cura; i casi di SLA sono relativamente pochi: 1 o 2 persone ogni 100.000; parlare di una malattia incurabile crea frustrazione e depressione. Ma c’è un altro motivo: nel mondo del calcio la sclerosi amiotrofica laterale colpisce 6 volte più che nel resto della popolazione e a un’età molto più bassa, in media intorno ai 46 anni, anziché intorno ai 65. Le indagini del magistrato torinese Raffaele Guariniello hanno tentato di portare l’attenzione sui possibili danni provocati dal doping e l’intervista di Maurizio Crosetti a Guariniello ripercorre il lavoro fatto fino al primo processo alla Juventus. Putroppo oggi sappiamo che le parole di Guariniello, che troviamo nel libro (“Si tratta di una sentenza quasi storica nel suo genere, perché non si era mai vista una condanna per frode sportiva da doping nel calcio”), sono state vanificate dal secondo processo. Ma la storia di Gianluca Signorini e dei sampdoriani morti di SLA, raccontate nel libro, avvalorano i sospetti. La SLA è una malattia neurodegenerativa per la quale non ci sono cure. L’unica speranza è nella ricerca sulle cellule staminali, obiettivo per il quale si è battuto fino all’ultimo Luca Coscioni, coinvolgendo nella sua associazione e nella sua battaglia un centinaio di premi Nobel perché questo tipo di ricerca sia legalizzato in Italia. Il libro di Perricone, con le storie dolorose e affettuose di chi è stato vicino a malati di SLA, testimonianze di medici che li hanno seguiti e le interviste di Crosetti è stato stampato a spese della famiglia: intorno alla SLA continua il silenzio, la rimozione, l’indifferenza. Neanche l’autobiografia di Marinella Raimondi, la cui storia possiamo leggere in questo libro, ha ancora trovato un editore.

Gabriella Bona

dal sito www.indiscreto.it sul libro SLA- Il dramma della Speranza di Ludovico Perticone

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